Chiesa della SS. Trinità o della Triade
Agli ultimi del quattrocento si deve riportare una delle più preziose opere dell'architettura locale: La chiesa della SS. Trinità.
Vi si accede attraverso una splendida scalinata semicircolare in pietra arenaria, sovrastata da un arco durazzesco che risale al quindicesimo secolo,
di stile gotico-catalano dal caratteristico arco a sesto fortemente ribassato con doppio archivolto.
Tale arco, abbellito da un muro merlato e da sei palme si trova al termine di una scenografica scalinata che permette l’accesso al piazzale
molto ben curato che ospita anche il Convento Agostiniano. L'attuale prospetto della chiesa della Triade, rifatto sopra
l'originaria ossatura quattrocentesca, è del 1576. Particolare attenzione meritano, per le splendide decorazioni, il portale,
che sembra lavorato ad uncinetto e la torre campanaria.
L'interno della chiesa è ad una sola navata e le sue pareti sono ornate con numerose opere pittoriche tra cui ricordiamo un Cenacolo
risalente al '400 e una tela raffigurante una Madonna con bambino di autore ignoto del XVI secolo in una meravigliosa cornice dorata in legno,
finemente scolpita a tutto rilievo. All'altare maggiore vi era una tavola in faggio, alta m.1,90 e larga m. 1,55, riferibile alla fine del
secolo XVI raffigurante tre angeli seduti ad una mensa ed Abramo genuflesso con le mani giunte, di autore ignoto ma operante nell’orbita
di Antonello da Messina, tranquillamente trafugata nel Marzo 1791. Oggi, al suo posto, vi si trova una copia di origine recente.
Vi era pure uno splendido Gonfalone in legno intagliato anch'esso trafugato per ben due volte: la prima nel 1951 quando venne
rubato e nascosto in una stalla della vicina Limina e fortunatamente ritrovato e la seconda nel 1976.
La pregevole opera risaliva all’ultimo '500 e raffigurava da un lato la "Visita dei tre angeli ad Abramo"
e dall’altro "La Vergine col Bambino".
Oltre ad essere di notevole importanza dal punto di vista artistico in quanto costruito,
intagliato, dorato e dipinto da Giovanni ed Antonello De Saliba, cognato e nipote del celebre Antonello da Messina, il Gonfalone
rappresentava anche il segno distintivo della Confraternita della Triade che lo avevo commissionato e soleva portarlo sempre,
assieme allo Stendardo della chiesa, nelle processioni della Trinità e del Lunedì di Pasqua, durante la cosiddetta festa "du ddauru".