Magghia
Il borgo antico denominato Magghia, rappresenta il primo insediamento urbano di Forza d'Agrò,
quando gli antenati si trasferirono dall'originario Vicum Agrillae verso la fortezza d'Agrò.
E' edificato su un'ampia terrazza, ai piedi del Castello Normanno, lato nord;
le prime case sono sorte su rupe e su rocce a strapiombo sulla valle sottostante (zona "Tribbini"),
con vista diretta su Taormina e man mano hanno formato un piccolo centro occupando la rimanente parte della dorsale.
Le casette visibili ancora oggi risultano erette su enormi rocce sporgenti dal terreno,
con abitazioni costruite in parte sul ciglio di un burrone e realizzate esclusivamente con terra e pietre.
L'architrave di ogni casa è costituito esclusivamente di pietra arenaria, proveniente dalla contrada "Vignale" o dalla vicina zona "Limioti".
Le costruzioni si presentano a casetta singola, spesso con orticello laterale, con piano terra o al massimo primo piano,
raggiungibile mediante una scala in legno rustica; i solai erano realizzati in legno, le pareti divisorie in canna ricoperta con calce e tetto a tegole.
Nell'antico quartiere rimangono i resti della Chiesa di San Sebastiano,
una chiesa eretta su pianta rettangolare ad una navata. Sul fondo della navata ancora oggi si possono ammirare i segni di un delicato
affresco dell'Onnipotente, rappresentato con una fluente barba bianca, il mantello rosso ed il tipico triangolo sul capo.
Le uniche vie d'accesso all'intero quartiere erano rappresentate da un viottolo che da contrada "Portello" passando sotto
le ripide pareti rocciose del Castello permetteva in cinque minuti di raggiungere il borgo "Magghia".
Agli inizi del secolo passato è stata realizzata una stradella interpoderale che la congiunge con la vicina zona Vignale,
facilitando gli spostamenti con gli animali o con i carretti.
Purtroppo, dal dopoguerra in poi, l’inizio delle nuove tecnologie costruttive e le migliori comodità hanno dato vita sin dagli inizi degli anni 50,
ad un continuo spopolamento di questo borgo, gli abitanti preferivano trasferirsi altrove, in case più comode, confortevoli e più facilmente raggiungibili.
Negli anni 80 infatti, l’intero borgo risultava interamente disabitato, con case spopolate e tetti sprofondati che davano l’aspetto di desolazione ed abbandono,
di un luogo dove la natura aveva lasciato il segno. L'intero quartiere però, risultava comunque frequentato dai vecchi proprietari, trasferitisi nella zona centrale del paese,
che continuavano a coltivare le terre utilizzando le loro vecchie abitazioni come luogo per il bestiame.
A partire dagli anni novanta l’antica "Magghia" ha iniziato ad essere nuovamente abitata ed oggi si contano
diverse case rimesse a nuovo, abitate da cittadini forzesi o da stranieri che, innamorati del luogo,
hanno ristrutturato casa facendola divenire meta preferita per le loro vacanze.